29 Settembre 2025
La Bisciola è un pane dolce rustico tipico della Valtellina, poco conosciuto fuori regione ma molto ricco di storia e sapore, fatta di ingredienti genuini, gesti lenti e sapori autentici. Conosciuta anche come “pan di fich”, la Bisciola ha la forma di una pagnotta dalla consistenza compatta ma morbida, arricchita da miele, frutta secca (fichi e uvetta), noci e talvolta nocciole o mandorle. La lievitazione è naturale e lunga, a volte anche di 36 ore, e molti artigiani usano ancora il lievito madre che conferisce alla Bisciola il suo aroma unico e permette che abbia una lunga conservazione senza perderne la fragranza.
Le origini della Bisciola Valtellinese
La leggenda narra che le origini della Bisciola risalgono alla fine del XVIII secolo quando Napoleone Bonaparte, di passaggio insieme alle sue truppe in Valtellina, chiese ai suoi cuochi di preparare un dolce locale semplice ma gustoso, con gli ingredienti disponibili in loco. Il risultato fu una pagnotta dolce profumata con ingredienti poveri ma saporiti, che soddisfarono il palato dell’imperatore.
In realtà la Bisciola era ed è tutt’ora il dolce per eccellenza delle feste contadine, preparato con ingredienti autunnali ed invernali, a lunga conservazione, pensato per dare energia durante i periodi freddi alpini e, come ogni ricetta antica, ogni famiglia ne aveva la propria personale versione, tramandata oralmente da generazioni.
Quando si mangia la Bisciola Valtellinese?
Tradizionalmente la Bisciola nasce come dolce invernale e da gustare durante il periodo natalizio, ma ormai la sua bontà e valorizzazione fanno sì che possa essere consumata durante tutto l’anno. La Bisciola è un dolce versatile e sorprendente: viene spesso accompagnata da un bicchiere di vino dolce valtellinese oppure leggermente scaldata e servita con una pallina di gelato alla vaniglia o un filo di miele. La sua versatilità permette di gustarla in qualsiasi momento della giornata:
a colazione, liscia o con un filo di burro o marmellata; a merenda, con un tè o una tisana caldi o come dessert sia dopo pranzo che dopo cena.
Origini del nome e tutela della Bisciola Valtellinese
Il termine Bisciola ha origini incerte ed è un mistero linguistico: una teoria fa risalire il termine al latino “biscicula” o “bistula”, con il significato generico di piccolo pane dolce o pagnotta rustica da forno. Secondo un’altra teoria invece il termine deriva dal dialetto valtellinese o più in generale lombardo per indicare un dolce “povero”, ma arricchito da ingredienti locali che donano energia.
La Bisciola è un prodotto tipico valorizzato a livello locale ed è tutelata dal 2013 dal marchio collettivo geografico “Bisciola-Prodotto della Valtellina”, promosso dall’omonimo Consorzio che garantisce il rispetto della ricetta tradizionale e l’origine degli ingredienti.
Le differenze tra Bisciola Valtellinese classica e Bisciola Nostranello
Entrambe legate alla cucina tradizionale Valtellinese, la Bisciola classica e la Bisciola Nostranello presentano alcune caratteristiche che le differenziano.

La differenza principale si trova nell’aspetto e nella consistenza dei due dolci: la Bisciola classica ha la consistenza simile ad un panettone rustico basso o ad una focaccia, è più alta e più morbida e dalla forma tondeggiante. La Bisciola Nostranello invece presenta una forma più allungata e appiattita, è meno soffice e più denso e compatto e ricorda il pane dolce.

Benché entrambi provengano dalla tradizione contadina, la Bisciola classica è più conosciuta ed è prodotta anche in versione IGP da alcuni consorzi locali; la Bisciola Nostranello invece si identifica come la versione più povera e quotidiana: il nome stesso richiama a qualcosa di casalingo e semplice, tanto che alcuni lo definiscono la “vera” bisciola delle nonne, prima della versione più ricca attuale.
Esistono alcune rivisitazioni più moderne della Bisciola che prevedono l’aggiunta di gocce di cioccolato o la copertura di cioccolato fondente, l’aggiunta di scorze d’arancia e anche la versione salata con impasto neutro e l’aggiunta di formaggio locale, da servire come antipasto o sui taglieri.
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