11 Giugno 2025
La Pesteda è uno dei prodotti tipici valtellinesi più amati, ma forse anche meno noti.
Da dove deriva il nome Pesteda? Il nome del rinomato insaporitore della Valtellina, deriva dal suo metodo di preparazione che prevede il battuto degli ingredienti in un mortaio di pietra: pestèda significa letteralmente “pestata” o “picchiata” delle spezie che compongono la profumatissima miscela dall’aroma intenso.
Ma quali sono le origini e da cosa è composta? Scopriamolo.
Le origini e la ricetta della Pesteda
La pesteda conosce le sue origini nel paese di Grosio, piccola perla incastonata tra le montagne della Valtellina, ricca di storia e di luoghi affascinanti che meritano sicuramente di essere visitati quali il Castello Visconteo, le incisioni rupestri e il museo Villa Visconti Venosta.
La storia narra che nel XVII secolo il comune grosino avesse stretti rapporti con la Repubblica di Venezia, ben collegata tramite il Passo del Mortirolo. Proprio in quel periodo alcuni artigiani grosini operanti nella città di Venezia vennero premiati dal doge, per i loro eccellenti servigi, con una nave carica di spezie tra cui il prezioso pepe che è uno degli ingredienti base del condimento.
La preparazione della Pestèda de Gros è tramandata di generazione in generazione e consiste in una miscela segreta di erbe aromatiche e spezie che racchiudono tutto il profumo della montagna. La sua ricetta si racconta sottovoce, tra gli stretti vicoli in pietra del paesino, come si custodisce un tesoro appunto, con un tocco personale che varia da famiglia a famiglia.
La cosa certa è che tra i principali ingredienti della pesteda spiccano due erbe aromatiche d’eccezione: il peverèl (timo serpillo) e la gerupìna (achillea muscata), preziose piante tipiche del territorio alpino valtellinese che da secoli vengono raccolte a mano in alta montagna. Le altre spezie che vengono unite al composto sono l’aglio, il sale, il pepe e molte volte anche il vino, per mantenere il condimento umido e renderne l’aroma ancor più intenso.
Uso e conservazione della pesteda
Nata in origine per insaporire i piatti della cucina locale, la pesteda è ancora oggi presente nei menù della tradizione valtellinese come patrimonio locale e testamento di antichi saperi culinari. Viene utilizzata soprattutto nei primi piatti, come pizzoccheri, gnocchetti di grano saraceno e ravioli o crespelle, ma si abbina anche a carni, pesce, verdure e altre portate dove sostanzialmente si possa aggiungere il pepe.
Per conservare la pesteda in modo ottimale si consiglia di tenerla in un luogo fresco, asciutto e lontano da fonti di luce diretta, possibilmente all’interno di un vasetto ermetico per mantenerne l’umidità. Se dovesse seccare, si può bagnare con un po' di vino rosso o grappa a piacimento.
Tradizione e curiosità sulla Pesteda
A Grosio esiste la “Confraternita Amici della Pestèda”, un’associazione culturale e gastronomica che si dedica alla valorizzazione e promozione del condimento valtellinese. Ogni anno la Confraternita organizza un concorso che decreta la miglior versione artigianale della pestèda. Inoltre l’associazione tutela e promuove la pesteda organizzando eventi che la vedono protagonista e collaborando con ristoranti e negozi locali per diffondere il prodotto, garantendo che la tradizione si mantenga viva e che la pesteda resti un prodotto di alta qualità e autenticità.
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